La scelta del diametro massimo dell’inerte da calcestruzzo
“Ad ogni lavoro il suo calcestruzzo”, così come vale per la resistenza a compressione vale anche per l’assortimento degli aggregati utilizzati per il confezionamento del calcestruzzo.
Gli aggregati grossi – ghiaietto, pietrisco e pietrischetto – costituiscono la frazione solida del calcestruzzo allo stato fresco e vengono trascinati dalla boiacca di cemento all’interno dell’impasto durante la posa in opera. Per poter avvolgere efficacemente le barre d’armatura e riempire completamente i casseri – anche grazie ad una efficace vibrazione – l’assortimento granulometrico e soprattutto la sua pezzatura devono essere scelti in modo tale da non costituire un ostacolo alla posa in opera
Il diametro massimo dell’aggregato (solitamente chiamato “inerte”) deve essere pertanto scelto in base alle caratteristiche del manufatto da gettare ed in particolare deve essere confrontato con il copriferro e con l’interferro.

Il copriferro
Il copriferro è lo spessore di calcestruzzo che separa le barre d’armatura dalla superficie esterna del manufatto. Un adeguato spessore di copriferro è fondamentale per assicurare una adeguata protezione alle barre d’armatura così da poter ottenere la durabilità stabilita in fase di progetto.
L’interferro
L’interferro è la mutua distanza tra le barre d’armatura.
Il diametro dell’aggregato
Per non bloccarsi tra una barra e l’altra oppure tra una barra ed il cassero l’aggregato usato per il confezionamento del calcestruzzo deve quindi presentare – in teoria – un diametro dell’aggregato inferiore al minimo tra copriferro ed interferro.
Per poter permettere un flusso regolare del calcestruzzo allo stato fresco è però opportuno seguire le prescrizioni stabilite dalle Norme Tecniche per le Costruzioni (D.M. 14.1.2008) e dalla relativa Circolare esplicativa ed assicurarsi che
- Ømax ≤ ¾C (dove C: copriferro)
- Ømax < imin–5 mm (imin interferro minimo)
- Ømax ≤ ¼Smin (Smin sezione minima)
La coda delle granulometrie
Un aspetto spesso non considerato nella scelta del diametro massimo dell’aggregato è il fatto che la UNI EN 12620, normativa europea vigente richieste per la classificazione degli aggregati per calcestruzzo prescrivono che al di sopra ed al di sotto dei diametri indicati ci debba essere una frazione di trattenuto e passante.
Per gli aggregati grossi con sopravaglio D superiore ad 11mm è prevista la presenza di un trattenuto al sopra-vaglio compreso tra l’1% ed il 10%; per gli aggregati in frazione unica dall’1% al 10% per quelli classificati GA90, e dall’1% al 15% per quelli classificati GA85.
Il requisito di passante 100% si ha soltanto per un diametro doppio rispetto a quello dichiarato. Pertanto per avere la garanzia di non incorrere in fenomeni di blocco delle frazioni grosse tra ferri oppure tra ferri e cassero con la conseguente formazione di nidi di ghiaia è opportuno adottare le seguenti prescrizioni più severe:
- Ømax ≤ ½C (dove C: copriferro)
- Ømax < ½imin (imin interferro minimo)
Tale requisito può essere lievemente allentato notando che al diametro 1,4D il requisito comune a tutti gli aggregati è di avere un sopravaglio inferiore al 2%; a questo si aggiunge il requisito di utilizzare almeno tre classi granulometriche distinte per il confezionamento dei calcestruzzi strutturali. Questo fa sì che la presenza di particelle con diametro superiore ad 1,4D sia assai più limitata, non di rado inferore allo 0,5% così da poter richiedere solo
- Ømax ≤ C/1.4 (dove C: copriferro)
- Ømax < imin/1.4 (imin interferro minimo)